Bondarenko Natalia

bondarenko

Natasha Bondarenko

La ricerca artistica di Natasha Bondarenko si esprime nel definire nuove forme nello spazio della superficie pittorica. Forme astratte che divengono concrete nella meditazione interiore e l’indagine risulta una esigenza vitale. Il suo discorso con l’incedere dei grafemi plastici assume l’aspetto di un reticolato geometrico e lo spazio fisiologico si muta in spazio-luce, in stesure di colore rese lievi o corpose dal variegare dei cromi univoci. Pennellate che richiamano astrazioni luminose come una orditura tessuta da sottili fili di luce. La voce dell’artista svanisce nel silenzio ed il silenzio si rende concreto ed alla fine diviene idea. In queste composizioni visive entra la dimensione del tempo, lo svolgimento di un racconto. Il gesto creativo trasforma la riconoscibilità dell’effetto figurato per lasciare aperta una fabulazione in bilico tra astrazione e realtà. Nelle campiture materiche si fa strada il colore che ne evidenzia i pieni ed i vuoti, la profondità ed i germoglianti particolari. La forza vitale non risulta soltanto da ciò che essa esplicitamente evidenzia ma anche da ciò che essa sottintende. La Bondarenko non abbandona mai lo spazio della tela che è poi lo spazio della pittura dove, per uno dei tanti paradossi di cui vive l’arte, l’infinito è racchiudibile in un segno. Il fruitore che si accosta a queste opere dalla stratificata struttura viene spinto ad oltrepassare la soglia dell’immagine per perdersi nel flusso morbido ed avvolgente della luce che non è mai una rifrazione speculare, ma piuttosto un prolungarsi di effetti atmosferici, che riflettono una condizione emotiva dell’immaginazione. Le linee percorrono le tracce colorate e sono i segnali di una spazialità più complessa che si va articolando in ulteriori dimensioni. Espressioni semplici di pensieri complessi. Veri e propri viaggi in un mondo sconosciuto, dove gli elementi che intervengono non sono altro che forme dotate di una propria esistenza, che si muovono e si espandono sulla superficie del quadro, rifiutando le vestigia di ogni naturalismo. L’effimera realtà trova la sua vera vita nel mondo incontaminato del pensiero.

Prof. G. Raffaelli

Gruppo di Ricerca Artistico Culturale del Friuli Venezia Giulia