Mi è giunta improvvisa la notizia della tua morte.
L’ultima volta che ci siamo visti è stato alla riunione del Consiglio Direttivo di Formae Mentis Gruppo Artistico Culturale del Friuli Venezia Giulia di cui facevi parte.
In molte occasioni ho potuto apprezzare le tue qualità e la cordiale umanità di cuore e di intelletto che trasmettevi nei tuoi interventi come responsabile del teatro e della musica.
Sulla tua scrivania sono evidenti i segnali di lavori in corso, appunti per l’attività futura e letture che spaziavano dall’arte alla letteratura. Tutti coloro che a te si rivolgevano ricevevano sempre consigli e nuove idee. Un’attenzione particolare la riservavi agli artisti della nostra regione e fosti proprio tu a suggerirmi le mostre in ricordo di Max Piccini e di Carlo Patrone.
Ingenuo, quasi fiabesco, vergognoso di svelare il fanciullo che era in te, non parteggiavi per scuole o fazioni critiche particolari, ma coglievi il meglio dalle varie strategie, senza facili concessioni alle mode rampanti e preferivi scrutare nel tuo gusto, nutrito dalla lunga frequentazione del bello.
Un animo gentile che si nutriva dei valori che sentiva a sé consonanti senza venir meno all’obiettività nel giudizio sul valore artistico, senza venire a patti con l’opportunismo e le mene dell’industria culturale. Ti confrontavi volentieri con gli artisti quasi sentissi più umano l’incontro e detestavi il facile appello alla volgarità, maestro tu stesso di stile garbato. Una lezione di stile nella professione come nella vita, di dedizione appassionata, instancabile animatore cui è doveroso rendere un giusto tributo di riconoscenza.
Ti voglio ricordare seduto accanto a me con il sorriso sulle labbra ed i capelli multicolori che ti accompagneranno anche oltre il cammino terreno.
Ciao Cristian te ne sei andato in silenzio, come hai sempre vissuto lasciandoci un vuoto profondo. Ma i momenti passati insieme sono ancora presenti e non si possono dimenticare. Discussioni dove il cuore e la mente convivevano in armonia e quelle che potevano sembrare banali considerazioni assumevano l’aspetto di idee luminose.
Averti conosciuto è motivo d’orgoglio.
Giuseppe Raffaelli