A Carlo

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Te ne sei andato in silenzio, come hai sempre vissuto, lasciandoci un vuoto profondo. Ma i momenti passati insieme sono ancora presenti e non si possono dimenticare. Le accese discussioni dove il cuore e la mente convivevano in armonia e quelle che potevano sembrare futili considerazioni assumevano l’aspetto di luminosi pensieri. Una completa disponibilità ad ascoltare tutti, senza imporre ad alcuno la tua opinione. Una profonda intesa con l’arte, costruita giorno per giorno negli anni. A prima vista incutevi soggezione, ma conoscendoti si poteva scoprire la sensibilità del tuo animo. Per tutti noi sei stato un fratello ed oggi voglio celebrare il tuo eclettismo artistico. Sei stato uno dei più originali ed atipici artisti della nostra regione e ci hai fatto capire come sia finita l’epoca della sperimentazione intesa come riflesso trasversale e liberatorio della conoscenza. Sei riuscito a scoprire il lato oscuro della materia ed hai creato scenari altrimenti inviolabili. Una base speculativa in grado di aprire nuove strade alla nostra verità. Un’arte che si realizzava nell’idea, manifestazione vitale del pensiero. Hai trasfigurato i materiali in funzione della loro carica di suggestione ed anche l’oggetto più insignificante mostrava di possedere un’anima. In molte occasioni ho potuto apprezzare le tue qualità e l’umanità di cuore ed intelletto che trasmettevi nei tuoi interventi. Sul tuo tavolo di lavoro sono ancora evidenti i segnali di opere in corso, appunti per l’attività futura e letture che spaziavano dall’arte alla letteratura. Vergognoso di svelare il fanciullo che era in te non hai mai concesso nulla alle mode rampanti, o patteggiato con le mene dell’industria culturale. Ti sei affidato solo al tuo gusto, nutrito dalla lunga frequentazione del bello.

Voglio ricordarti seduto accanto a me, assieme agli altri artisti dell’associazione cui hai dato lustro, più o meno famosi, quasi sentissi così il profondo legame dell’incontro.

Ora ti attendono le strane creature che hai creato, per accompagnarti lungo il sentiero della luce eterna.
Ciao Carlo, averti conosciuto è motivo d’orgoglio.

Giuseppe Raffaelli