Segni del tempo sospeso

Segni del tempo sospeso

canton-genga

venerdì 30 settembre 2016 ore 19.00
nell’ambito della rassegna i Venerdì dell’Arte
inaugurazione della mostra delle artiste
Ornella Ariis (Genga) e Vilma Canton
>SEGNI DEL TEMPO SOSPESO<
Casa delle Arti in Corte San Francesco 10 a Cividale del Friuli
intervento critico del prof. Giuseppe Raffaelli.
Ci auguriamo una vostra numerosa partecipazione.

Ornella Ariis

Nelle opere di Ornella Ariis vivono le passioni dell’uomo. Un linguaggio libero, romantico e realistico insieme. Un’arte intimamente percorsa e vivificata da un intenso lirismo che diviene poesia perchè non vi è separazione tra idea morale e realizzazione estetica. E’ la scrittura di una storia che sta per compiersi, una traccia che contrasta la realtà ma la riattiva attraverso la dinamica del sentimento. Un segno rapido, nitido, preciso nel delineare il contorno, nell’inseguire gli intricati meandri dell’immaginazione. Un’abilità esecutiva della mano che sembra reagire spontaneamente come un sismografo all’impulso emotivo del cervello, trasferendo i dati essenziali di un’immagine con la massima economia di mezzi espressivi e con l’apporto di un bagaglio tecnico completo. Il segno incide il piano tramutandosi in paragrafo di energia, conducendo lo scarto ad essere luogo. Una traccia che riesce ad essere luce piena in magico contrasto con le ombre più nette e che si sprigiona con l’urgenza di accadere, di farsi presenza. L’artista predilige la tecnica dell’incisione diretta, quella cioè di plasmare la materia duttile della matrice per riprodurre il segno attraverso l’azione combinata di mano, polso e braccio che governano lo strumento bulino o punta secca che sia, ai fini di una resa espressiva più immediata, più intimamente vissuta. Ornella Ariis non vuole descrivere analiticamente ma evocare poeticamente ed è riuscita a rendere con la semplicità della purezza la sostanza materiale degli elementi di contorno. Le sue incisioni sono da cogliere nelle intenzioni segniche della prospettiva e nella capacità di articolare dinamiche spaziali. Il fruitore si perde rapito dalla esplosione del vuoto e dalla magia del graffito.

Canton Vilma

Vilma Canton si presenta con una terracotta a tuttotondo popolata da creature che si illuminano nella luce dell’amore. Dalla ceramica il suo interesse si sposta verso la pittura ed i suoi burattini tramite il supporto di magneti permettono la continua mutazione dell’opera.
Nel trittico degli Equilibri il pieno ed il vuoto disegnano gli elementi dello spirito. La dimensione vitale viene assorbita da appuntite geometrie che delimitano lo spazio della figura sospesa in un colore trasparente.
Entriamo nell’iconologia dell’inconscio. Il volo del reale viene lacerato e si apre all’oblio. Ci perdiamo nell’altrove dove l’immagine si tramuta in forma. Planimetrie di stratificazioni prendono vita in una grafia organica che fa germinare la rappresentazione. Il quadro non anticipa la possibilità, non predispone un ordinamento: è un continuo insistere sul lungo cammino della mente. Il colore richiama il segno che lo precede e la processione del tempo lo attiva e lo introduce nella trama. Superfici in cui si perdono le abituali coordinate spaziali dell’alto, del basso e della profondità. Il variare della luce e dell’ombra accolgono nel cromatismo della struttura compositiva gli elementi di contorno e trasferiscono all’apparizione l’impulso verso la soglia metafisica. Il grumo pittorico si diluisce ed una calma apparente precede l’esplosione.
Varchiamo la soglia del tempo ed entriamo nel secondo trittico. Le tele quadrate richiamano l’idea della continuità. I colori sono simbolici. Il bianco è spessore di luce, il nero mistero arcaico, l’oro la trasmutazione. Lo specchio ha la funzione di portare dentro l’opera l’osservatore. Una discesa nel profondo, verso un universo parallelo. L’idea guida la materia nel suo formarsi in simbolo. Un percorso creativo all’interno di un equilibrio estetico. Una sfida per giungere all’identità di un proprio immaginario.