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lezione d’arte >realismo magico<
Al Posto di Conversazione
Via Marconi 22 Remanzacco UD tel. 3466640977
in collaborazione con
Formae Mentis Gruppo di Ricerca Artistico Culturale
del Friuli Venezia Giulia
presenta venerdì 3 marzo 2017 alle ore 20.30
Realismo Magico
lezione d’arte a cura del prof.
Giuseppe Raffaelli
ingresso libero
Loris Agosto e Luigi Brolese >I Venerdì dell’Arte<
Formae Mentis
Gruppo di Ricerca Artistico Culturale
del Friuli Venezia Giulia
Dal 09 al 18 dicembre 2016
Casa delle Arti, Corte San Francesco 10 Cividale del Friuli
espongono
Loris Agosto e Luigi Brolese
inaugurazione venerdì 09 dicembre ore 18.30
intervento critico
Prof. Giuseppe Raffaelli
ingresso libero
Loris Agosto
L’arte non deve riprodurre la realtà in maniera diretta ma ricercare una dimensione secondo la quale esprimersi. Le opere di Loris Agosto ci pongono di fronte ad una nuova dimensione prospettica. L’immaterialità viene rappresentata dalle ombre che nascono dalle pieghe della tela che, con il transitare della luce artificiale o solare modificano i colori, la tonalità e la saturazione presenti nel quadro. L’adesione orizzontale dell’artista al dipinto sbarra la possibilità di configurare lo spazio come punto di fuga verso l’interno. La bidimensione rimane l’unico supporto contenitore dell’articolazione del linguaggio. La sua arte attraversa molti territori che si dipanano mediante forme solari ed umbratili composte di improvvisi bagliori, di costanti ritorni e di allontanamenti. Segni disseminati lungo ideali percorsi che possono rientrare dentro se stessi, filamenti di immagini pronte a frantumarsi nell’intreccio di molti itinerari. L’appoggio di colorismi densi di forza e di estensione tonale, il confluire dei fondali, sono i legami di questo magmatico dipanarsi mentale, impegnato sui canoni di una nuova qualità di pittura. Intreccio tra arte e vita, legame di gesto e forma a partire dal vuoto. La materia liquida non è la materia del mondo ma quella della pittura sperimentata nei suoi modi di agire, di comportarsi, prima ancora che di significare. Il colore è già struttura, calligrafia arcana. La superficie si fa essenza di una realtà pensata in perpetuo divenire. La ricerca si manifesta nelle fratture, nei ripiegamenti per debordare dalla tela che si rivela insufficiente a contenere questa continua germinazione per vivere anche fuori della dimensione del quadro. Microcosmi usciti dalle pieghe della mente, aperture verso nuove estensioni, contrazioni dell’infinito nel finito, limiti senza termini, genesi e fine.
Luigi Brolese
Una indagine quella di Luigi Brolese che coniuga le ragioni contingenti del soggetto con quelle della percezione. Le sue forme si sviluppano seguendo una loro logica interna e l’opera non anticipa la possibilità, non predispone un ordinamento: è un insistere continuo sul lungo cammino della ricerca. Il colore dapprima celato viene attivato dalla processione del tempo che lo introduce nella trama. Uno studio sull’impasto cromatico e sulla modalità della sua stesura. Una poetica che prende vita dal sedimentare dei colori che si imbevono del momento assumendo con il procedere delle campiture una fisionomia sempre più netta. Una grafia quasi organica prodotta dal pensiero precede l’apparizione. Sulla tela compaiono simboli dotati di una propria esistenza che si espandono rifiutando ogni naturalismo. Gli elementi di contorno perdono la loro essenza e vengono assorbiti dall’intero cromatismo. La trasmutazione dell’immagine assume una nuova figurazione escatologica, mantenendo nel flusso del molteplice l’essere dell’Uno. I colori sono stimoli del pensiero e si accendono come lampi nel buio. Il variare della luce e dell’ombra accolgono nella struttura compositiva i margini del dipinto, trasferendo all’apparizione l’impulso oltre la soglia metafisica. Sono indici del divenire, orme dell’emozione. Sembianze figurali celate nell’ordito di una grafia cromatica in continuo movimento che ci introducono in uno spazio-tempo che non ammette realtà codificate, ma la libertà di comunicare senza vincoli precostituiti. Affiora la traccia del tao e ciò che l’artista immagina ha la potenzialità di esistere.
Storie di Rocce e Di Nuvole >Franca Morandi<
venerdì 28 ottobre alle ore 18,30
Casa delle Arti in Corte San Francesco ,10 a Cividale del Friuli nell’ambito dei Venerdì dell’Arte si inaugura la mostra
“Storie di Rocce e Di Nuvole”
dell’artista nostra socia FRANCA MORANDI.
L’intervento critico sarà del prof. Giuseppe Raffaelli.
Franca Morandi
Un’indagine interiore, un’analisi profonda alimentano la pittura di Franca Morandi che si configura
come archetipo della memoria. In questa esposizione trovano posto le manifestazioni più visibili del nostro pianeta, le montagne, che tanto hanno ispirato la letteratura romantica e l’estetica del sublime. Il rapporto dell’artista con la natura la conduce ad immergersi nel paesaggio per cogliere la scintilla di mistero che in esso si cela. L’interesse per l’aspetto fenomenico rende pregnante ogni visione. Costruzioni dominate da forze cinetiche nascoste nelle rughe della terra emergono nelle masse in equilibrio. Il corpo della materia è il corpo dello spettacolo. Nell’occhio che contempla scorre una geomanzia del quotidiano, un’epica purezza. Presenze che si perdono in un mondo incontaminato dove le rocce diventano nuvole e le montagne cattedrali del tempo. In epoche antiche
per alcuni popoli erano le dimore degli dei.
Ed ancor oggi l’ascesa, il silenzio, la solitudine delle cime hanno un significato mistico ed evocano l’infinito.
Le caverne e le grotte ci lasciano intravvedere un ventre oscuro dove i primi uomini celebravano i loro riti e tracciavano figure mentre più giù nel profondo, ribolle il magma infuocato.
Per raggiungere la vetta l’uomo sfida se stesso e gli elementi.
Le montagne sono il simbolo della grandiosità della natura di fronte alla quale l’essere umano si sente piccolo e solo.
Ci rammentano l’indifferenza al dramma della vita che nasce e muore e rimaniamo abbagliati dalla sublime bellezza del loro abbraccio.
Sono principio e fine di ogni naturale scenario.
Confini di nuvole a brandelli graffiati nella pietra.
Colori che si accendono e si smorzano nella luce dell’aurora o nel buio del tramonto.
Sulle montagne avvertiamo la commozione di sentirci buoni ed il sollievo di dimenticare le miserie terrene.
Siamo più vicini al cielo.
I portali di roccia, i mosaici di nubi e gli altari di neve ci conducono in un mondo magico dove il silenzio diviene musica.
Massicci montuosi dalle forti tonalità chiaroscurali e una luminosità che si perde oltre le leggi dell’ottica, assumono fascino e mistero.
Sono i paesaggi dell’anima.
Lungo il percorso espositivo veniamo guidati da diverse tecniche pittoriche: olio, pastello, matita acquarellata, smalto, china che mettono in risalto la bravura di Franca Morandi che ha affidato alla ricerca il suo personale cammino artistico.
…DI ACQUE… DI PIETRE… DI SUONI… il fiume racconta
…DI ACQUE… DI PIETRE… DI SUONI… inaugurazione mostra
Casa delle Arti – Corte S. Francesco 10 Cividale del Friuli
Mostra d’arte di Antonella Peresson e Luca Zaro
Musiche di Maria Francesca Gussetti
Poesie di Milena Gazza
Inaugurazione venerdì 14 ottobre 2016 ore 18.30
Presentazione critica Giuseppe Raffaelli
durante l’inaugurazione performance di Luca Zaro “impilamenti” di pietre dal vivo.
Apertura: 14-15-16 Ottobre 2016
21-22-23 Ottobre 2016
Orari: Ven-Sab 17.30- 19.00
Dom 10.00-12.30 17.30-19.00
ingresso libero
Peresson Antonella
Acqua e terra costituiscono gli elementi di fondo dell’esperienza artistica di Antonella Peresson. Una pittura forte, decisa, che si stempera nel ritmo della natura assumendo identità figurative. Lo scorrere dell’elemento liquido si insinua in percorsi senza confini e si accende nella luminosità del paesaggio. Il suo è un aprirsi del mondo materiale verso nuovi orizzonti e lascia allo spettatore il compito di ultimarli nella sua mente. Luce ed ombra accompagnano questo vorticoso cromatismo ed assumono una valenza eterea. Nell’ombra si celano i misteri che la lama lucente dell’acqua mette in fuga. Nella luce la bellezza di un mondo incontaminato ci indica un cammino di purificazione. Avvicinandosi ai suoi lavori ci accorgiamo che gli elementi di contorno si animano e segni e colori ci lasciano la facoltà di percepire il dipinto come una visione onirica. L’informale assume contorni sempre più netti, si confonde con l’ambiente e diviene materia nella materia. Sensazioni che si perdono nel verde, nel giallo, nel blu di pennellate nervose che conducono la raffigurazione oltre i confini consueti. L’ocra nelle sue molteplici sfumature si impone sulla scena. Espressione di un mondo in divenire che ci sorprende e ci affascina svelandoci un futuro che vive liberamente la sua identità senza sottostare alle regole di una struttura armonica. Vedute che non inseguono la bellezza ma si impongono nella loro magia.
Il Natisone porta con sé sensazioni forti e contrastanti. E’ oscuro e luminoso, vorticoso e tranquillo. Nel suo fluire ci parla di racconti e di leggende, a volte crudeli e tenebrose, a volte rassicuranti. La natura libera dal controllo dell’uomo diviene padrona assoluta degli elementi. Respiriamo l’atmosfera delle valli e tra le grotte, le caverne e sotto le cascate ascoltiamo ancora le voci delle krivapete.
Luca Zaro
Lo stone balancing è l’arte di posizionare delle pietre in un equilibrio apparentemente impossibile. Può essere considerata una tecnica di meditazione o una sfida creativa. E’ interessante notare come le pietre utilizzate per costruire strutture che tendevano all’eternità vengano usate per realizzare opere che possono durare anche solo pochi secondi e crollare con un leggero alito di vento. Questa è l’assurdità ma anche il fascino di questa arte. E’ probabile che l’impulso ad accatastare dei sassi sia qualcosa di istintivo che già i bambini tendevano a fare. Un gioco che può essere considerato una delle prime forme di espressione della creatività dell’uomo. Gli ingredienti sono i più elementari: il nostro corpo e la forza di gravità. Ma fondamentale è la sensibilità, la pazienza e la concentrazione. Un miscuglio di desiderio ludico e di slancio artistico fusi insieme. La natura è lo scultore primigenio che produce le forme delle pietre che l’artista dovrà scegliere ed assemblare attraverso un processo creativo che si muove all’interno di rigidi limiti fisici. Creazioni che si offrono al dialogo con i quadri della Peresson e con il tema specifico del fiume Natisone. Potenza e debolezza trovano in Luca Zaro la loro armonia e ci rivelano una scultura davvero innovativa.